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30/12/2010 | Riedizione del raro libro del 1760 | ||
Il volume di cui si tratta di seguito è stato ristampato dall'editore Sorbello, su concessione della proprietaria della copia originale, Giovanna Rabbia Piccolo, a chi può interessare lo può ordinare contattando l'editore via e-mail: luca_sorbello@libero.it, oppure telefonando al n.3291350298, il costo del libro è di € 35,00
L’uomo moderno ha la presunzione di essere innovatore ed essere l’inventore di tutto e in modo particolare per quanto riguarda la medicina e la cura delle malattie, questo vale anche per quanto si riferisce al curare con l’uso del cavallo e dell’equitazione, molte volte dobbiamo costatare che non è così. Malgrado fosse noto che molti studiosi già nei tempi antichi si erano occupati dell’utilizzo del cavallo e dell’equitazione a scopo terapeutico, il volume che qui presentiamo è una vera rarità, l’abbiamo trovato in una libreria antiquaria di Torino. E’ stato scritto nel settecento da un medico delle Terme dei Bagni di Lucca, forse questo è il primo trattato di un autore italiano che descrive l’utilizzo del cavallo allo scopo di curare innumerevoli malattie. Il testo è una dotta descrizione ricca di note e di riferimenti a studiosi del tempo antico e ad altri contemporanei dell’autore. RIFLESSIONI: Sopra gli effetti del moto a cavallo di Giuseppe BENVENUTI, dottore di medicina aggregato alla Società Imperiale di Germania e alla Reale delle Scienze di Gottinga Stampato in Lucca MDCCLX nella Stamperia di Jacopo GIUSTI con licenza dei superiori Questo volume scritto nel 1760, di 110 pagine e 85 capitoli, è dedicato a Sua Eccellenza Contessa Amalia MNISZECH, nata Contessa DI BRÜHL, Marescialla della Corte di Polonia, è un vero trattato sulla materia dei benefici ottenuti in medicina con l’utilizzo del cavallo. (Pare che questo medico abbia prodotto un altro trattato, sempre sullo stesso argomento, dedicato a Sigismondo Chigi Principe di Farnese nel 1772) Dopo una prima parte dedicata alla Contessa, persona che l’autore aveva avuto occasione di curare presso le Terme dei Bagni di Lucca, alla quale aveva prescritto tra le altre cure la pratica dell’equitazione per guarire i suoi mali. Il volume riporta i pensieri di Ippocrate sull’argomento, in Greco antico, si richiama a Erodico, Selimbriano, Galeno, Esculapio e tanti altri ancora del mondo antico che nei tempi si sono dedicati alla materia. Sono inoltre riportate le esperienze di numerosi studiosi e medici europei contemporanei dell’autore i quali hanno curato molteplici patologie con l’andare a cavallo, riportando su testi le loro esperienze. Sono trattati in modo dettagliato i numerosi disturbi che hanno avuto giovamento dalla pratica equestre, prescritta dal medico di Lucca, anche se chiaramente con le conoscenze dell’epoca, in alcuni casi il Benvenuti esagera nell’indicare il cavallo toccasana per tutti i mali, come quando lo prescrive per la cura dello scorbuto. Ci sembra significativo riportare alcuni brani tratti dal libro per la loro attualità, mantenendoli in originale: Dopo avere distintamente trattato delle malattie nelle quali conviene il moto a cavallo, ragioneremo nelle cautele che bisogna osservare acciò questo rimedio riesca di profitto. In primo luogo dunque dovrà scegliersi un cavallo docile, e ben domato, che non abbia difetto alcuno, sopra del quale si comporrà il cavalcare in una comoda postura, sostenendosi forte e dritto sulla vita, e accostati aggiustatamente i femori a lati della sella, terrà i piedi nella staffa in maniera che non restino le gambe troppo accorciate, ne troppo distese, le quali cose non osservandosi, cagionerà questo esercizio fiacchezza, e molestia. Che cosa possiamo ricavare da questo brano? La grande importanza data alla qualità del cavallo, alla postura in sella, già a quei tempi così lontani da noi. Purtroppo ai giorni nostri sono ancora troppi coloro che credono che un cavallo inutilizzabile per altri scopi possa essere destinato all’ ”Ippoterapia”, in modo acritico, logicamente sbagliando. Solamente un cavallo di buona qualità, Molti sono gli sconcerti che nella macchina del corpo umano cagiona l’affezione ipocondriaca, mascherandosi questa malattia in diverse forme, sicchè riduce bene spesso chi vi è soggetto in uno stato dè più infelici. Abbiamo già notato che questo male deriva dalla convulsione dei nervi, o dal vizio dell’atra bile, e che il moto a cavallo può risanare, o almeno rendere più sollevati gl’ipondriaci. Il Baliviª afferma di aver veduto ristabilire in ottima salute i più disperati col cavalcare un asino in campagna. Federico Offmano esalta parimente l’efficacia di questo rimedio nei suoi consultiª; dal che si argomenta che un tale esercizio più che ad ogni altro è necessario ai letterati, i quali fanno per lo più vita sedentaria, in quella curva nociva situazione che il leggere e lo scrivere richiede, dalla quale si impedisce la libera respirazione, il moto del diaframma e dè muscoli del basso ventre, perché dalla indebita compressione dè canali, si trattiene in quelle parti il circolo del sangue, con pregiudizio notabile della salute. Note: a1 De Fibr. Motr.Lib.I p.327 a2 Part.IV Caf.VII Possiamo fare almeno due osservazioni su questo brano: già allora si notava quale danno fosse provocato dalla vita sedentaria e quale beneficio ne derivasse dal moto a cavallo, Anche su di un asino. Come dimostrato l’onoterapia era già praticata. Esaminando con attenzione quanto si detto, si potrà facilmente comprendere in quali malattie debba credersi opportuno il moto a Cavallo, e in quali altre sia da riputarsi nocivo, di minore e di veruna utilità. IL FINE Il brano finale del libro ci insegna che bisogna valutare attentamente le indicazioni e le contro-indicazioni, noi aggiungiamo che è indispensabile lavorare con un’ équipe composta da diverse professionalità formate ad hoc, affinché l’intervento di riabilitazione equestre non “sia da riputarsi nocivo, di minore e di veruna utilità”, come ci insegna questo illuminato medico del settecento. |
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Emesso da Piccolo Giovanna Stampa Lista News Cerca in News Ultimissime |
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